“La Repubblica Democratica del Congo è un luogo pieno di paradossi e contraddizioni”, dice Kris Pannecoucke. Tra il 2010 e il 2017 il fotografo belga ha viaggiato molte volte nel paese seguendo le acque del Congo, che con i suoi 2.700 chilometri è il secondo fiume più lungo dell’Africa dopo il Nilo. “Prima che fosse reso celebre dal romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad, le sue acque ispiravano già storie e miti, come quella del mokele mbembe, una creatura per metà drago e per metà elefante che avrebbe avuto il potere di fermare il suo corso”, dice Pannecoucke. Per il suo lavoro il fotografo ha esplorato le sorgenti sui monti Mitumba, al confine con lo Zambia, fino ad arrivare al porto di Banana, nell’ovest del paese, dove le acque si riversano nell’oceano Atlantico.
“In un territorio in cui ci sono poche strade, molte delle quali dissestate, i fiumi non sono solo molto trafficati, sono delle vere ancore di salvezza”, dice Pannecoucke. “Questo fiume può essere feroce e tenero allo stesso tempo. Ma è il modo migliore per conoscere il paese. La vita sulle lunghe chiatte, che serpeggiano sugli insidiosi banchi di sabbia, rispecchia quella degli abitanti sulla terraferma. Débrouillez-vous (cavatevela da soli), è il primo comandamento sul fiume”. ◆
**Kris Pannecoucke **è un fotografo belga nato a Kinshasa nel 1969. Il suo lavoro sul fiume Congo è diventato un libro intitolato _Fleuve Congo river, pubblicato da Picha publishing nel 2017. _
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Questo articolo è uscito sul numero 1369 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati