Malou Reymann debutta con un dramma sincero basato sulla storia della transizione di suo padre. La regista danese ha scelto il punto di vista di Emma, una bambina di undici anni. Una scelta che contribuisce a rendere il suo film molto delicato, anche se risulta un po’ troppo lieve dal punto di vista drammatico. È ambientato negli anni novanta, il che spiega la reazione sconcertata di Emma e della sorella quando i genitori Helle e Thomas gli annunciano che divorzieranno perché Thomas (interpretato dall’attore cisgender Mikkel Boe Følsgaard) vuole diventare donna. In particolare Emma reagisce male e si rifiuta di vedere il padre per mesi. Quando si rivedranno sarà già Agnete e se la regista è molto attenta a descrivere la rabbia di Emma, è altrettanto capace di trasmetterci la gioia radiosa di Agnete finalmente in grado di vivere come vuole. Notevole la giovane Kaya Toft Loholt, così naturale e convincente nei panni di Emma. Peter Bradshaw, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1396 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati