Stavolta i Virginia Wing vogliono essere astratti, catartici e percorrere una strada diversa rispetto al passato. Il loro ultimo lavoro è ribelle e guidato da influenze strane, meravigliose. Armato della stessa espressività del precedente lavoro, Ecstatic arrow, il trio di Manchester ritorna con la sua versione in technicolor del significato della vita. Il singolo I’m holding out for something ci fa scivolare dolcemente in mondi synth pop e rnb, mentre la voce di Alice Merida Richards canta parole piene d’ispirazione. Private life pone domande provocatorie come “è questo il prezzo della vita?” o fa affermazioni come “i soldi che hai in tasca sono un rimedio per ogni crimine”. Ed esplora il desiderio, le relazioni, il materialismo e la modernità. Canzoni come Soft fruit e St. Francis fountain sono d’avanguardia, anche se scelgono melodie familiari: entrambe accendono i sensi dell’ascoltatore dopo averlo traviato con impulsi vari e bagliori eccentrici. Grazie a un eclettico miscuglio di generi, lo stile sperimentale dei Virginia Wing continua a essere elettrizzante.
Oliva White, DIY

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Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati