La pianista statunitense Ruth Slenczynska ha festeggiato i 95 anni il 15 gennaio 2020, quando stava preparando una tournée in Asia poi bloccata dal covid-19. Il fatto che sia riuscita ad avere una carriera così lunga e prestigiosa è particolarmente toccante se si pensa alla sua traumatica infanzia di bambina prodigio, cominciata quando aveva tre anni sotto la guida di un padre sadicamente tirannico (una storia raccontata da lei stessa nel libro Forbidden childhood, del 1957). Dopo un esordio di altissimo profilo e anni di maltrattamenti, nel 1940 si ribellò e interruppe l’attività. Negli anni cinquanta ricominciò a fare la concertista e tra il 1956 e il 1963 registrò dieci dischi per la Decca americana, raccolti in questa ristampa. C’è tanto Chopin, con risultati alterni, ma spesso sensazionali dal punto di vista tecnico e artistico. Poi troviamo uno sfavillante Liszt, due concerti e due album di pezzi sparsi con Slenczynska al suo meglio. Le note del libretto che accompagna il box sono ottime. Applausi alla Eloquence per averci fatto riscoprire questo pozzo di meraviglie pianistiche. Jed Distler, ClassicsToday
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Questo articolo è uscito sul numero 1399 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati