Bezhod Abduraimov ricorda Arturo Benedetti Michelangeli per il controllo del suono, Arcadi Volodos per il pianismo lucido come il marmo e Nelson Freire per l’espressività naturale. Esistono dei Children’s corner di Debussy più narrativi di questi, ma nessuno soppesa così accuratamente ogni accordo. Nei preludi op. 28 di Chopin il pianista uzbeco fa vivere ogni dettaglio senza mai estrarlo da un’eloquenza che unifica armonia e melodia, ritmo e pulsazione, forma ed espressione. E senza mai correre nei preludi per i quali è facile confondere il dramma e la tensione con i muscoli e la velocità. E alla fine ecco dei _Quadri di un’esposizione _di Musorgskij che raccontano delle vere storie, sempre con una precisione e una sontuosità pianistica ai limiti estremi del possibile.

Alain Lompech,

Classica

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1400 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati