Ryley Walker (Ryley Walker)

Secondo iTunes il genere del quinto album di Ryley Walker è “prog fucking rock”: un dettaglio scherzoso inserito dallo stesso musicista per dichiarare il suo amore per quel tipo di musica e per ricordarci quanto gli piaccia prendersi in giro, un po’ come succede nelle interviste o su Twitter. Se c’è uno spazio dove la coscienza di Ryley vaga liberamente è la musica. Con Deafman glance del 2018 era uscito dall’ombra delle sue influenze (Nick Drake, Van Morrison, Tim Buckley, il free jazz) e le aveva sintetizzate in maniera contemporanea. Da quel momento non si è risparmiato incursioni e incontri con altri musicisti, per prepararsi all’evoluzione naturale rappresentata dal nuovo lavoro Course in fable. Un’opera breve, solo 41 minuti, leggera, luminosa, a volte gioiosa e soprattutto imprevedibile. I testi sono poetici e capaci di cogliere sempre l’esistenzialismo dell’autore. Walker percorre strade familiari e le arricchisce con scelte intuitive, rese possibili da anni d’improvvisazione. In ogni disco spera di ritrovarsi in luoghi nuovi, insoliti, senza fare troppi calcoli. Nessuno sa dove lo porterà il futuro, e non sarebbe neanche da escludere un doppio album di “prog fucking rock”. Sharon O’Connell, Uncut

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1403 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati