◆ Negli ultimi giorni dell’estate australe, nel marzo del 2021, piogge torrenziali sono cadute sullo stato del New South Wales, in Australia, causando le peggiori alluvioni da sessant’anni. L’immagine in basso, scattata dal satellite Landsat 8 della Nasa, mostra gli allagamenti nel sistema fluviale Hawkesbury-Nepean, a nordovest di Sydney. La foto in alto mostra la stessa area nell’aprile del 2020.
Secondo l’Ufficio meteorologico australiano, la regione di Sydney ha ricevuto tra i 400 e i 600 millimetri di pioggia in quattro giorni, con picchi di quasi un metro. Il sistema fluviale Hawkesbury-Nepean ha registrato il livello d’acqua più alto dal 1961, straripando in più punti. Il fiume Hawkesbury presenta alcune strozzature che hanno favorito l’accumulo dell’acqua, che poi si è riversata nelle pianure circostanti. La diga di Warragamba, il cui bacino è la principale riserva idrica di Sydney, ha scaricato cinquecento miliardi di litri d’acqua in un giorno nel fiume Nepean, allagando la città.
Le alluvioni nel New South Wales hanno costretto più di 40mila persone a lasciare le loro case, mentre gli agricoltori hanno subìto perdite di raccolti e di bestiame. Poco più di un anno fa la regione era stata colpita da incendi senza precedenti e da una grave siccità. I roghi hanno ridotto la capacità del suolo di assorbire l’acqua, aggravando in alcune zone gli allagamenti. Inoltre, le fiamme hanno distrutto molti alberi e piante che avrebbero potuto intercettare la pioggia prima che raggiungesse il suolo.
Le forti piogge che hanno causato le alluvioni nell’est e sul sudest dell’Australia sarebbero state favorite dal fenomeno meteorologico della Niña.
–Michael Carlowicz (Nasa)
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Questo articolo è uscito sul numero 1404 di Internazionale, a pagina 93. Compra questo numero | Abbonati