I Migos, mostro a tre teste della trap statunitense, hanno ritardato l’atteso terzo e ultimo capitolo della loro trilogia Culture a causa della pandemia e perché ognuno di loro voleva dedicarsi al suo progetto solista. Ora Culture III è finalmente arrivato e offre tutto quello che i fan del trio si aspettano, nel bene e nel male. Il disco si apre con Avalanche, che campiona la hit del 1972 Papa was a rolling stone dei Temptations, raccontando storie autobiografiche di madri single e dei diamanti grossi come pietre che i Migos ora portano al collo. È un pezzo che ha ricevuto elogi anche da Jay-Z. La barcollante Having our way vede la partecipazione di Drake, che ormai possiamo considerare il quarto Migos. Straightenin ha uno stile familiare, mentre Malibu, dov’è ospite Polo G, fa miracoli grazie al beat di Pooh Beatz. Il problema è che Culture III soffre dello stesso problema (anche se in misura minore) che affliggeva il doppio disco Culture II del 2018: con 75 minuti e 19 tracce, è semplicemente troppo lungo.
Luke Fox, Exclaim!

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1414 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati