Ambientato nella Nigeria degli anni zero, il romanzo segue Nonso, un allevatore di polli innamorato di Ndali, una farmacista tirocinante conosciuta dopo che il fidanzato di lunga data di lei ha sposato un’altra donna. Quando i ricchi genitori di Ndali si fissano con la mancanza d’istruzione di Nonso, la risposta un po’ avventata – come unico erede della sua famiglia – del ragazzo è quella di vendere tutto per pagarsi gli studi universitari a Cipro, agendo su suggerimento di un ex compagno di classe che fa da intermediario e che gli chiede i proventi della vendita in modo da poter pagare l’iscrizione in anticipo. Quando Nonso arriva a Cipro scopre di essere stato truffato. Così comincia un’ardua ricerca di risarcimento, mentre i passanti gli gridano “schiavo”, chiedono di toccargli i capelli e lo scambiano per un calciatore brasiliano. Quando un’infermiera tedesca lo prende sotto la sua ala, le cose migliorano, finché il marito geloso manda a monte il piano di Nonso di tornare a casa, con o senza laurea. Tutto questo è narrato dallo spirito guardiano di Nonso, che racconta la vita del suo protetto agli altri spiriti in una sorta di tribunale ultraterreno basato sul mito igbo. Obioma gioca sull’implausibilità della narrazione onnisciente rendendola direttamente magica. Le cose possono sempre peggiorare per Nonso, un perenne capro espiatorio che, nel finale, diventa improvvisamente carnefice. L’avvincente tragicommedia di Obioma sonda dolorosamente i pericoli del vittimismo. Anthony Cummins, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1416 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati