Figli del sole è un film sull’evasione da una prigione che non fugge da nessuna parte e una formidabile school comedy andata incredibilmente storta. La recitazione è forse a tratti approssimativa, i meccanismi della trama possono scricchiolare qua e là, ma Figli del sole ha cuore, fegato e un fascino sporco e intelligente. Nel film, dedicato ai “152 milioni di bambini costretti al lavoro minorile”, Roohollah Zamani, 12 anni, interpreta Ali, piccolo boss di una banda di ladruncoli, un minuscolo ingranaggio di una macchina molto più grande. Per un capo senza nome Ali deve recuperare un tesoro sepolto nel cimitero, e l’unico modo per arrivarci è tornare a scuola. Insieme a tre “complici” Ali, che con la sua parte del bottino vuole prendere una casa per la madre, dovrà scavare un tunnel per arrivare al tesoro. Figli del sole va più in profondità di quello che si può immaginare e alla fine è chiaro che il vero tesoro è proprio il film. Xan Brooks,The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1425 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati