Omar Souleyman è uscito dal carcere il 19 novembre, due giorni dopo che era stato fermato dalle autorità turche con l’accusa di “propaganda terroristica”. Souleyman era stato fermato dalla polizia nella sua casa di Şanlıurfa, nel sudest della Turchia, ed era stato interrogato per presunti legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), che Ankara e vari paesi occidentali considerano un’organizzazione terroristica. Il manager del cantante, intervistato dall’agenzia Reuters, ha negato qualsiasi legame con il terrorismo e ha aggiunto che l’arresto è avvenuto a seguito del viaggio di Souleyman in una regione della Siria controllata dalle milizie del gruppo Unità di protezione del popolo (Ypg), legato al Pkk. Omar Almasikh, questo il vero nome del cantante , è stato rimesso in libertà da un tribunale locale dopo aver rilasciato delle dichiarazioni alle forze di sicurezza. Souleyman, 55 anni, è nato in un villaggio vicino a Ras al-Ayn, nel nordest della Siria, e si è formato cantando per anni ai matrimoni e ad altri eventi. È diventato famoso in occidente grazie a Wenu wenu, un disco prodotto dal britannico Four Tet e pubblicato nel 2013. Un brano dell’album, Warni warni, ha raccolto quasi 95 milioni di visualizzazioni su YouTube. Lo stile di Souleyman, che in seguito ha collaborato anche con Björk, mescola musica araba, curda, folk ed elettronica. Il musicista vive in Turchia da dieci anni dopo essere fuggito dalla guerra civile siriana. Christian Eede, Dj Mag

Omar Souleyman, 2016  (Magnus Persson, Getty)

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Questo articolo è uscito sul numero 1437 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati