Una ventina di operai rimangono bloccati in una miniera in Canada, a causa di un’esplosione. Un gruppo di camionisti è ingaggiato dai proprietari della miniera per portare una testa di pozzo necessaria a liberare gli operai, guidando attraverso un lago ghiacciato la cui superficie durante il mese di aprile comincia a sciogliersi. Tra i camionisti c’è Mike (Liam Neeson), appena licenziato da un’altra azienda per aver picchiato un collega che aveva insultato il fratello, veterano dell’Iraq. La premessa poteva far pensare a qualcosa di simile al capolavoro di Henri-Georges Clouzot, Vite vendute (1953), e al suo remake Il salario della paura (1977) di William Friedkin. Invece si trasforma nell’ennesimo ripetitivo film con Liam Neeson.

Bilge Ebiri, Vulture

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Questo articolo è uscito sul numero 1438 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati