Il nuovo parlamento si è riunito per la prima volta il 9 gennaio, tre mesi dopo le elezioni di ottobre, e ha confermato per un secondo mandato alla presidenza dell’assemblea il sunnita Mohammed al Halbousi. È il primo passo per la formazione di un nuovo governo, scrive Al Mada. Il processo di selezione è stato interrotto dagli scontri tra blocchi politici rivali: i partiti filoiraniani sostenevano di avere la maggioranza in parlamento pur avendo perso le elezioni; mentre i deputati della corrente guidata dal leader sciita Moqtada al Sadr, che ha ottenuto il numero più alto di voti, si opponevano alla rivendicazione. Il presidente temporaneo dell’assemblea Mahmoud al Mashahadani, scelto perché a 73 anni è l’esponente più anziano, è stato ricoverato in seguito ai disordini. Ora il parlamento ha trenta giorni per eleggere il nuovo presidente del paese, che poi chiederà al blocco più ampio di formare un governo. La scelta del nuovo premier probabilmente sarà determinata da Al Sadr, la cui corrente è passata da 54 a 73 seggi (su 329) alle ultime elezioni. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1443 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati