Il trentaduesimo album di Elvis Costello dimostra che siamo sempre di fronte a uno dei più grandi autori britannici di canzoni. The boy named If continua il momento d’oro cominciato nel 2018 con Look now, e lo fa con una veemenza e una concentrazione che fanno pensare ai suoi successi di critica e pubblico dei primi anni ottanta. L’album parte a tutta velocità con Fare­well, ok e non molla mai fino a Mr. Crescent, dodici pezzi dopo. A causa della pandemia la band ha registrato a distanza, ma con tutto il vigore di un gruppo che suona guardandosi dritto negli occhi. Costello falcia le corde della sua vecchia Fender Jazzmaster, tira fuori qualche assolo efficacissimo e canta forzando il registro più acuto, con il suo tipico stile da mitragliatrice. Negli anni novanta alcuni fan hanno mollato Costello, stanchi dei suoi continui cambiamenti di genere musicale. Questo è il disco che li farà tornare indietro.

Daryl Easlea,
Record Collector

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Questo articolo è uscito sul numero 1445 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati