Rosalía (Daniel Sannwald)

Per farsi un’idea di quello che combina Rosalía nel suo terzo album basta ascoltare Hentai, una ballata sommessa e dolente – o almeno così sembra all’inizio. Cantando con una voce acuta che sembra voler rincorrere Edith Piaf, la cantante spagnola traccia una melodia vocale ascendente su accordi di pianoforte. Sul finale un arrangiamento di archi prende il via, dando alla canzone un malinconico sapore holly­woodiano. Eppure il titolo fa riferimento a tutt’altro: gli hentai sono i porno animati giapponesi. Il testo della canzone descrive il piacere fisico in modo molto più esplicito rispetto ai suoni delicati che sentiamo. A un certo punto dal nulla entra una drum machine, che spazza via il senso di calma apparente. “Al secondo posto c’è fotterti, al primo dio”, canta Rosalía, e sembra volerci dire che il sesso merita lo stesso trattamento pomposo che il pop in genere riserva al romanticismo. Registrato in varie parti del mondo (comprese Los Angeles, Barcellona e la Repubblica Dominicana) e caratterizzato da collaborazioni con The Weeknd, Pharrell Williams, Q-Tip, James Blake, il fidato El Guincho e il pionieristico produttore portoricano Tainy, Motomami è un disco sul ripensamento dei confini culturali. Evoca un mondo moderno che mette in discussione le vecchie tradizioni popolari, ma al tempo stesso cerca conforto in esse. Queste canzoni taglienti, che fondono reggaeton, hip hop, bachata (nel singolo La fama, dov’è ospite The Weeknd), rnb e jazz, creano connessioni improbabili senza preoccuparsi troppo della coerenza. Il fatto che sia una donna europea che abbraccia il reggaeton ha irritato alcune persone. Eppure anche il flamenco, il genere che aveva ispirato il successo planetario del precedente disco El mal querer, è stato scoperto per caso dalla cantante spagnola a tredici anni grazie a un amico. In Motomami però Rosalía dimostra che il suo amore per il reggaeton non è meno potente di quello per il flamenco.
Mikael Wood, Los Angeles Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1453 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati