Il 30 marzo, per la terza volta, il parlamento iracheno non è riuscito a eleggere il nuovo presidente perché non è stato raggiunto il quorum. Il voto è stato rinviato a data da destinarsi, una decisione che aggrava i problemi politici dell’Iraq, dato che il presidente (un incarico di rappresentanza riservato alla minoranza curda) ha il compito di nominare il primo ministro. Lo stallo dura dalle elezioni di ottobre, ricorda Al Mada: il Quadro di coordinamento, una coalizione di partiti sciiti filoiraniani uscita sconfitta dal voto, non ha accettato il risultato e ha lanciato un boicottaggio in parlamento. Il vincitore delle elezioni, il religioso sciita Moqtada al Sadr, sostenuto dai partiti sunniti e curdi, vorrebbe nominare premier il cugino Jaafar al Sadr.

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Questo articolo è uscito sul numero 1454 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati