L’aumento dei prezzi del petrolio dovrebbe assicurare all’Alaska la più grande eccedenza nel bilancio pubblico dal 2002, scrive il Wall Street Journal. Negli ultimi mesi la quotazione di un barile del greggio Alaska north slope crude è raddoppiata, arrivando a 114,93 dollari. Secondo l’Alaska department of revenue, le tasse e i diritti legati al petrolio, che costituiscono metà delle entrate pubbliche, garantiranno 15,3 miliardi di dollari nel biennio compreso tra giugno del 2021 e giugno del 2023. In precedenza si stimava un incasso di circa 11,7 miliardi di dollari. Nello stato, conclude il quotidiano, si è aperto un dibattito se usare il denaro nell’istruzione e nelle infrastrutture o se metterlo da parte per affrontare crisi future.

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Questo articolo è uscito sul numero 1454 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati