Il 18 aprile Kendrick Lamar, in risposta a un fan che gli aveva chiesto scherzosamente se si era ritirato dalla musica, ha twittato un link al suo sito oklama.com. Il link rimandava a una lettera che svelava il titolo e la data di pubblicazione del suo nuovo disco: uscirà il 13 maggio. Ad agosto, sempre sul sito oklama.com (Oklama è uno dei soprannomi del rapper di Compton), Lamar aveva anticipato l’arrivo del suo quinto lavoro in studio, da lui definito “l’ultimo per la Tde”, cioè per la casa discografica Top Dawg Entertainment. “Possa l’Altissimo continuare a usare la Top Dawg come una nave per i creatori sinceri. Mentre continuo a perseguire la vocazione della mia vita”, scrisse all’epoca. segue l’album Damn, pubblicato nel 2017 e vincitore del premio Pulitzer per la musica. Da quel momento Lamar non ha pubblicato altri dischi, anche se ha curato e diretto la colonna sonora del film della Marvel Black Panther, è stato il protagonista di festival importanti come il Coachella, ha vinto numerosi premi ai Grammy awards ed è stato candidato agli Oscar. Nell’ottobre 2020 il rapper è apparso come ospite nella canzone di Busta Rhymes Look over your shoulder e in seguito si è unito al cugino Baby Keem nei brani Range brothers e Family ties. A febbraio inoltre Lamar si è esibito al Super bowl insieme a Dr. Dre, Mary J. Blige, Eminem e Snoop Dogg.
Jazz Monroe,
Pitchfork

Kendrick Lamar, nel 2019 (Prince Williams, Getty)

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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati