I Fontaines D.C. sembravano aver raggiunto la loro massima velocità nell’album di debutto Dogrel, invece hanno continuato ad accelerare. Nel seguito del 2020, A hero’s death, la band di Dublino ha ampliato il suo sound, riflettendo la sua crescita nelle performance dal vivo. Dopo la pausa forzata causata dalla pandemia, il gruppo ha deciso di scrivere nuovo materiale e sperimentarlo in studio insieme al produttore di lunga data Dan Carey. Il risultato è Skinty fia: meditazioni sull’identità irlandese da una prospettiva un po’ lontana e riflessioni diasporiche per dipingere un quadro completo attraverso una serie di bozzetti. È un disco che vive di piccole differenze e sottigliezze. In un mondo in cui le domande imbarazzanti sono le uniche che vale la pena di farsi, Skinty fia non ha paura di mettersi a nudo. Le evocazioni religiose del pezzo di apertura In ár gCroíthe go deo (“nei nostri cuori per sempre” in irlandese) sono contrapposte a suoni industrial, mentre nel singolo Jackie down the line Grian Chatten canta come meglio non potrebbe. L’album lascia alcuni dei suoi momenti più audaci per il finale: I love you è una tormentata canzone d’amore per l’Irlanda, che riflette a distanza sui temi politici e religiosi che dividono il paese. Skinty fia è un disco che ti mette un po’ a disagio, una raccolta di canzoni che parlano di crescita e cambiamento. Potente e indagatore, apprezza le sfide difficili e rifiuta le risposte semplici.

Robin Murray, Clash

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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati