Ammar Awad, Reuters/Contrasto

Dopo settimane di tensioni, le violenze hanno raggiunto Gerusalemme. Secondo Al Araby al Jadid il 18 aprile le forze israeliane hanno fatto irruzione nella moschea Al Aqsa, cacciando i musulmani in preghiera per fare spazio a duecento coloni che celebravano il Pesach, la Pasqua ebraica. Nella zona c’erano già stati scontri nei giorni precedenti, in particolare il 15 aprile ( nella foto ), quando erano rimasti feriti 150 palestinesi. Haaretz teme “un’eruzione della violenza su vasta scala, che potrebbe accompagnare la città per tutto il mese sacro islamico del Ramadan e causare un conflitto regionale”. Nella notte tra il 18 e il 19 aprile l’esercito israeliano ha compiuto un attacco aereo sulla Striscia di Gaza per la prima volta da mesi, in risposta al lancio di razzi dal territorio verso il sud d’Israele, intercettato qualche ora prima. Non ci sono stati feriti né danni. Le tensioni hanno spinto il partito arabo-israeliano Lista araba unita, noto anche con il nome ebraico Raam, a sospendere la sua partecipazione al governo di coalizione. Middle East Eye spiega che la mossa è stata concordata tra il leader del gruppo Mansour Abbas, il premier Naftali Bennett e il ministro degli esteri Yair Lapid “per ridurre la pressione sul partito e il rischio di defezione” dei suoi quattro deputati. Sarebbe il colpo di grazia per il governo, che ha già perso la maggioranza in parlamento.

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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati