Mumbai, 6 giugno 2022 (Bhushan Koyande, Hindustan Times/Getty)

Le dichiarazioni antimusulmane di due dirigenti del Bharatiya janata party (Bjp, al governo) hanno provocato l’ira dei paesi islamici. A fine maggio, durante una trasmissione su un canale tv di destra, la portavoce nazionale del Bjp, Nupur Sharma, ha fatto commenti sprezzanti sulla fede islamica e su Maometto, contro cui si è scagliato anche Naveen Kumar Jindal, capo ufficio stampa del partito, su Twitter. La sospensione di Sharma, l’espulsione di Jindal e il tentativo del Bjp di sminuirli definendoli “elementi marginali” non sono bastati a placare la rabbia dei musulmani indiani e di quelli stranieri, che hanno protestato in massa, e hanno deluso i sostenitori del partito. L’episodio dimostra il contrasto tra la politica interna del Bjp, basata sulla retorica nazionalista indù contro i musulmani, e gli interessi strategici e commerciali di New Delhi, che importa il 40 per cento del gas dal Qatar e che ha 6,5 milioni di cittadini che lavorano nei paesi del golfo Persico. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1464 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati