Il romanzo di Marta Orriols è così attuale e contemporaneo che potrebbe essere interpretato da noi stessi o da uno dei nostri amici. Marta e Dani, fotografa e sceneggiatore, si amano e hanno cominciato una vita insieme, a Barcellona. Fanno parte dell’enorme massa di giovani con studi universitari, istruiti e viaggiatori, che hanno lavori precari e ansia esistenziale. Marta Orriols descrive poeticamente la quotidianità e l’inevitabile smussamento degli attriti di una relazione al suo inizio. Raggiunge grandi profondità emotive per esprimere cose a cui tutti abbiamo pensato. Il dubbio, l’incertezza, la paura di sbagliare, il rischio della scelta, i sogni soffocati, “la sensazione di aspettare qualcos’altro” e tutti quei processi di maturazione che sono carichi di amore e di lacrime. Dopo la pandemia, la realtà è talmente cambiata che Orriols ci parla di un presente che non esiste più, quella vecchia normalità di cittadini istruiti e tecnodipendenti, di spazi lavorativi, nanomedicina, viaggi, concerti, hacker, droni e maternità surrogata, di cittadini che non sapevano nulla dell’imminente pandemia mondiale eppure vivevano nella paura di una realtà che era già caotica e minacciosa.
Soledad Garaizábal, El Imparcial

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Questo articolo è uscito sul numero 1466 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati