Il 22 giugno, tre giorni dopo la sua vittoria alle elezioni pr esidenziali, Gustavo Petro ha annunciato sui social network di aver parlato con il governo venezuelano. Appena s’insedierà, il prossimo 7 agosto, il nuovo presidente della Colombia farà riaprire nuovamente “il confine tra i due paesi e ristabilirà il pieno esercizio dei diritti umani nella zona di frontiera”. Il primo leader di sinistra della storia della Colombia, scrive El País, non ha fornito ulteriori dettagli sulla conversazione né ha detto se ha parlato direttamente con Maduro, ma di certo la situazione al confine con il Venezuela sarà un tema delicato per il suo governo, sottolinea Insight Crime. “Nel Norte de Santander, sul lato colombiano della frontiera, l’Esercito di liberazione nazionale (Eln) domina le attività criminali mentre il gruppo degli Urabeños sta cercando di prendere il controllo della città di Cúcuta”. La migrazione sarà un’altra questione importante da gestire: “Circa due milioni di venezuelani sono arrivati in Colombia negli ultimi anni, molti vivono in situazioni economiche precarie e sono reclutati dalla criminalità organizzata”. Petro, inoltre, dovrà occuparsi di garantire la sicurezza e il reinserimento degli ex combattenti delle Farc smobilitati con gli accordi di pace del 2016 e quella dei leader comunitari, che continuano a essere uccisi.

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Questo articolo è uscito sul numero 1467 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati