Quando registrano Le rossignol éperdu, raccolta di 53 miniature di Reynaldo Hahn, quasi tutti i pianisti ne sottolineano lo charme. Pavel Koles­nikov, invece, ne cerca e spesso ne trova la profondità. Ci riesce scegliendo tempi più lenti del solito, con una tavolozza più ampia di gradazioni dinamiche, varietà di tocco e legato. La pacata introduzione del primo pezzo, Frontispice, annuncia il tono meditativo di tutta l’interpretazione, mentre l’ultimo, Ouranos, comunica un orizzonte sonoro trasparente, quasi incorporeo. Al contrario, Les noces du duc de Joyeuse ha un tono leggero e deliziosamente giocoso, come La fête de Terpsichore. Tutte le 19 selezioni di Kolesnikov dal ciclo sono veri modelli di raffinatezza e sensibilità. Allo stesso modo il pianista russo innalza i sei pezzi da salotto presi dai Premières valses a grande arte: provate a sentire il controllo stupefacente delle scale discendenti di Ninette o la perfetta articolazione dei passaggi rapidi nel pezzo Assez vite, e sarete d’accordo con me. In sostanza, questa è la migliore raccolta di pezzi di Reynaldo Hahn che ci sia. Le note del libretto, cosa insolita per un disco della Hyperion, sono uno stravagante commento del pianista invece delle solite, utili informazioni sul compositore e il repertorio.
Jed Distler, ClassicsToday

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Questo articolo è uscito sul numero 1474 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati