In una dichiarazione pubblicata su Twitter il 29 agosto, il religioso sciita Moqtada al Sadr, che da dieci mesi è al centro dei dissidi sulla formazione di un nuovo governo, ha annunciato il suo ritiro dalla vita politica. La decisione ha infiammato le tensioni che covavano da settimane in tutto l’Iraq. Le forze di sicurezza si sono scontrate con i sostenitori di Al Sadr che si erano riuniti nella zona verde – l’area di Baghdad dove si trovano le istituzioni di governo e le ambasciate occidentali – e avevano lanciato un assalto al palazzo presidenziale. Dopo una notte relativamente calma, le violenze sono riprese la mattina del 30 agosto, causando la morte di almeno trenta persone, prima che Al Sadr esortasse i suoi seguaci a ritirarsi. Il sito iracheno indipendente Al Alam al Jadid spiega che a scontrarsi sono stati da una parte le Brigate della pace, ala militare del movimento sadrista, e dall’altra l’esercito e i paramilitari filoiraniani delle Forze di mobilitazione popolare, integrate nelle truppe regolari. Rudaw aggiunge che l’annuncio di Al Sadr segue quello di uno dei suoi mentori, l’ayatollah iraniano Kazem Haeri, che finora gli aveva conferito legittimità politico-religiosa. Dopo aver lasciato il suo incarico di autorità sciita a Qom il 28 agosto, Haeri ha esortato i suoi fedeli a seguire il leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei. Questo, commenta il giornale curdo iracheno, è stato “l’ultimo chiodo piantato nella bara di Al Sadr”, che si è sentito costretto a sottomettersi all’Iran. L’unica autorità che potrebbe intervenire per riportare la stabilità è l’ayatollah Ali al Sistani, il massimo esponente religioso sciita in Iraq. Ma anche lui ha molto da perdere, perché se le fazioni non ascoltassero l’invito alla calma la sua credibilità ne uscirebbe intaccata. L’unica cosa certa in questo momento, conclude Rudaw, è che “il governo non ha nessun controllo sulle milizie e che a guidare il paese è l’appartenenza tribale e religiosa”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1476 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati