Chmel’nyc’kyj, Ucraina, 5 agosto 2022 (Alexey Furman, Getty)

A sei mesi dall’invasione russa dell’Ucraina il mondo è alle prese con il vertiginoso aumento dei prezzi di molti prodotti, in particolare dell’energia, ma in un settore essenziale, quello alimentare, la situazione sembra tornare sotto controllo, scrive l’Economist. Il costo dei cereali e di vari tipi di olio “è tornato ai livelli registrati prima del conflitto”. A metà agosto alla borsa di Chicago i contratti per l’acquisto di grano con consegna a dicembre valevano 7,70 dollari il bushel (27,216 chili), ben al di sotto dei 12,79 dollari di maggio e in linea con le quotazioni di febbraio. Anche il mais è tornato ai livelli precedenti alla guerra, mentre l’olio di palma vale addirittura di meno. Il recente accordo raggiunto dalle Nazioni Unite per esportare il grano ucraino, osserva il settimanale, spiega solo in parte la svolta. Conta di più l’aumento delle esportazioni russe, ma soprattutto il fatto che quest’anno sono previsti raccolti record, in parte grazie a condizioni meteorologiche favorevoli. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1476 di Internazionale, a pagina 112. Compra questo numero | Abbonati