Da alcuni giorni gli ebrei hasidici di New York, una comunità ultraortodossa che nello stato conta circa duecentomila persone, sono al centro di un’accesa polemica, scatenata da un’inchiesta del New York Times. L’articolo descrive il funzionamento delle yeshiva , le scuole religiose maschili. I bambini e i ragazzi entrano in classe di solito molto presto e vanno a scuola tutti i giorni tranne il sabato. Le lezioni di religione, in yiddish, occupano quasi tutto il tempo. Le materie non religiose – inglese, matematica, scienze, storia o educazione civica – hanno poco spazio, e a volte non sono proprio contemplate. Il risultato è che ogni anno migliaia di ragazzi escono da scuola impreparati ad affrontare la vita fuori della loro comunità. Le yeshiva ricevono ingenti fondi pubblici, e in teoria dovrebbero garantire un’istruzione paragonabile a quella delle scuole pubbliche, ma le autorità fanno fatica a verificare la qualità dell’apprendimento offerto da questi istituti. Poco dopo la pubblicazione dell’articolo, il dipartimento dell’istruzione dello stato ha approvato un regolamento che obbliga tutte le scuole private a soddisfare livelli accademici minimi nelle materie di base. Chi non si adegua può perdere i fondi statali.

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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati