Secondo Nicolas Vielle, direttore operativo del gruppo Gibert, azienda che si occupa della compravendita di libri di seconda mano, è dalla crisi del 2008 che i lettori sono alla costante ricerca di prezzi bassi e sconti. Inoltre, come sottolinea il sociologo Vincent Chabault, il ricorso ai libri usati “risponde alle preoccupazioni ecologiche”. Insomma si preferisce “l’uso al possesso”, spiega Matthieu de Montchalin, proprietario della libreria L’Armitière di Rouen, in Francia. E questo vale non solo per le librerie e le bancarelle, ma anche per l’enorme mercato online: un libro usato su due infatti è venduto attraverso la rete. Anche perché in materia di prezzo e offerte è difficile competere cone le piattaforme e con i loro algoritmi. Questi dati preoccupano i librai indipendenti tradizionali, che non vendono libri usati. Ma c’è anche chi tende a minimizzare il problema. Secondo Vielle, infatti, “i due mercati sono complementari e si stimolano a vicenda”. Del resto quello dei libri di seconda mano non potrebbe esistere senza le novità.
Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1480 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati