Bobby (Billy Eichner), aspirante curatore museale e blogger il cui umorismo acido lo ha reso abbastanza popolare nella comunità lgbt+ di New York, non è interessato al romanticismo. E non lo è neanche Aaron (Luke Macfarlane), avvocato testamentario di giorno, oggetto del desiderio nei queer club di notte. Sicuramente nessuno dei due è pronto ad accettare qualcosa di così intimo ed eteronormativo come un fidanzamento. Eppure, dopo un primo incontro fallimentare, tra loro scatta una scintilla. Questa affilata commedia tenta di cogliere la molteplicità delle identità lgbt+ e le molte forme delle relazioni queer per riorganizzarle e adattarle a un modello di commedia romantica tradizionale. In generale funziona anche abbastanza bene: un attacco violento e sfrontato di tonificante umorismo che nasconde al suo interno un cuore morbido. Ma quando, verso la fine del film, questa morbidezza si trasforma in tenerezza cominciano i problemi. Eichner è perfetto nella prima metà, quando è spigoloso e scabroso, ma sia lui sia il film non sembrano a proprio agio con la discesa finale nel sentimentalismo. Wendy Ide, The Observer

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Questo articolo è uscito sul numero 1485 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati