Sulla scia di uno tsunami nella prefettura di Fukushima, Kazumasa Nakagaki – un giovane che lavora come autista, in modi legali e illegali – trova un cane randagio che aspetta educatamente fuori da un mini­market. Dal collare del cane Kazumasa apprende che il suo nome è Tamon e presume che sia l’abbreviazione di Tamonten, una divinità protettrice giapponese. Ed è proprio questo che Tamon diventa per Kazumasa e per molti altri: un angelo custode. Tamon protegge Kazumasa mentre svolge le sue attività illecite. Porta gioia alla sorella di Kazumasa e alla madre malata. Ma Kazumasa sa che Tamon non è destinato a rimanere con lui. In una storia a episodi, Tamon diventa il compagno di un criminale, di una moglie con un marito fannullone, di una prostituta con un segreto oscuro e, cosa forse più toccante, di un vecchio moribondo. L’ultima scena di Hase vede Tamon con un ragazzo i cui primi anni di vita sono stati segnati da un profondo trauma. Una toccante meditazione sulla luce che brilla di fronte al trauma e alla disperazione.
Kirkus Review

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Questo articolo è uscito sul numero 1486 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati