Nell’ospedale militare di Parigi in cui è ricoverata, Taji nota che una stanza è piantonata. Quando gli chiede chi c’è lì dentro, il poliziotto di guardia le risponde: Ahmed Ben Bella, l’ex presidente algerino. Da questo momento i ricordi scorrono nella mente stanca di Taji. Il passato si presenta come un visitatore insistente, con tutta la sua forza. Taji è una giornalista di origine iraniana che negli anni quaranta fondò la prima rivista a Baghdad. Nel corso di ottant’anni, ripercorriamo una vita piena di eventi politici, avventure sentimentali e spostamenti tra le capitali. Leggiamo la storia irachena moderna mescolata all’autobiografia di Taji. Dopo la firma di un trattato con il Regno Unito, proteste e folle riempiono le strade, e qualcuno consiglia a Taji di lasciare il paese, per evitare di essere arrestata con l’accusa di aver provocato la sommossa. La soluzione le si presenta quando riceve un’offerta di lavoro in una radio di Karachi. Lì incontrerà il giovane palestinese Mansour Albadi, il cui amore la accompagnerà fino ai suoi ultimi giorni, senza tuttavia consumarsi. Lui emigrerà in Venezuela e diventerà consigliere del presidente Hugo Chávez, lei sposerà un ufficiale francese che la porterà a lavorare con i servizi di sicurezza francesi, e sarà incaricata di aiutare a uccidere Ahmed Ben Bella durante la rivoluzione algerina, ma alla fine farà un passo indietro. Inaam Kachachi ci dà la possibilità di vedere personaggi ed eventi reali attraverso la sua immaginazione.
Mahmoud Hosny, Arablit

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Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati