Un giorno qualunque condensa nelle sue storie uno sguardo sulla vita ordinaria. Questa raccolta di racconti traccia la storia di quella che potrebbe essere l’autobiografia dell’autrice. Cominciano con il punto di vista di un bambino su amici e vicini, che però nascondono qualche segreto, qualche difetto, un tocco di follia e di esagerazione, che il narratore bambino non riesce a spiegare. Diventato adolescente racconta la violenza nascosta attraverso i racconti delle rivalità con i suoi amici. Una studente argentina vive a Buenos Aires con persone stravaganti e odiose, finché non decide di tornare a Moreno. Un parrucchiere descrive la situazione delle classi sociali. Un viaggio per presentare un libro si muove tra ironia e condiscendenza. E il sogno di un futuro imprevedibile. A volte l’autrice gioca con i personaggi che compaiono in storie diverse, qui come protagonisti, là come personaggi secondari. Ma la mano magistrale di Hebe Uhart si mostra quando, sotto il mantello del quotidiano, riesce a raffigurare l’ignoto di un futuro che mostra il suo mistero. Dietro il suo stile garbato c’è sempre un senso di minaccia che definisce il suo lavoro narrativo. Jon Kortazar, El Correo

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Questo articolo è uscito sul numero 1494 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati