Perché dovremo resistere alla proposta simpatica e sgangherata di Samuel Benchetrit? Fedele alla sua vena surrealista, questo prolifico narratore (letteratura, teatro, cinema) inventa una storia in tre strisce. Il boss di una piccola banda di mafiosi portuali s’innamora di una giovane cassiera e si fa scrivere per lei delle poesie da uno dei suoi scagnozzi. Un altro scagnozzo che deve recuperare un credito, finisce per innamorarsi di un’attrice balbuziente e la aiuta a mettere in scena una commedia musicale su Sartre. Gli ultimi due hanno il compito di convincere, con le buone o le cattive, i compagni di scuola della figlia del boss ad andare alla festa della ragazza. Il fascino del film sta nell’idea che anche i duri nascondono in loro tanta tenerezza, ma lavora anche sull’arbitraria distanza tra causa ed effetto. È in quello spazio libero condiviso con lo spettatore che si depositano le cose migliori della commedia. Jacques Mandelbaum, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1496 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati