In Moldova le ripercussioni del conflitto in Ucraina sono sempre più evidenti. Il 10 febbraio Chișinău ha denunciato che un missile russo, diretto verso l’Ucraina, aveva attraversato il suo spazio aereo. Poche ore più tardi la premier Natalia Gavriliţa si è dimessa per essere sostituita da Dorin Recean, consigliere per la sicurezza della presidente Maia Sandu. Da qualche mese il governo era al centro delle critiche per l’aumento dei prezzi di energia e prodotti alimentari, e la premier era stata coinvolta in due presunti casi di corruzione. La linea politica del paese rimane europeista, ma con la nomina di Recean la presidente ha voluto sottolineare che la priorità è la difesa. Riprendendo le rivelazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, scrive Rfi Romania, Sandu ha anche affermato che Mosca sta organizzando un golpe per sabotare la democrazia moldava. Diventata indipendente dall’Unione Sovietica nel 1991, la Moldova è stretta tra la Russia e l’Unione europea, ha una popolazione in maggioranza romenofona e comprende la Transnistria, uno stato non riconosciuto dalla comunità internazionale e sostenuto da Mosca, che vi mantiene una consistente presenza militare. Nonostante le pressioni e le interferenze russe, e il rischio di un’aggressione militare, nel giugno 2022 Chișinău ha chiesto e ottenuto lo status di paese candidato all’ingresso nell’Unione europea.

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Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati