La ginecologa, attivista per la democrazia e conduttrice radiofonica algerina Amira Bouraoui ha ricevuto una condanna a due anni di reclusione nel suo paese per aver “sfidato i princìpi dell’islam” e per aver “offeso il presidente”. Con l’aggravarsi del clima politico in Algeria, Bouraoui (che ha anche la cittadinanza francese) ha deciso di entrare illegalmente in Tunisia e da lì raggiungere la Francia. Quando il governo di Tunisi si è accorto della sua presenza era pronto a estradarla verso l’Algeria, fino a che non sono intervenute le autorità consolari francesi, che l’hanno scortata nel loro paese. Il caso, spiega il sito algerino Tsa, mette in evidenza come il governo algerino stia lanciando nuovi attacchi alle libertà individuali per soffocare quel che resta dell’ hirak , il movimento di protesta popolare lanciato nel 2019. Algeri ha richiamato il suo ambasciatore in Francia e ha arrestato per ritorsione alcuni familiari di Bouraoui, giornalisti e ricercatori universitari.

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Questo articolo è uscito sul numero 1500 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati