Il dibattito sull’interruzione volontaria di gravidanza tocca molti interrogativi filosofici. Ma l’aspetto pratico resta fondamentale, dato che la sua criminalizzazione uccide le donne in tutto il mondo e colpisce soprattutto quelle più povere. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità tra il 4,7 e il 13,2 per cento dei decessi di donne incinte è dovuto a pratiche abortive non sicure. Significa fino a 38mila morti all’anno. Nei paesi poveri si concentra il 97 per cento di queste pratiche. In America Latina tre interruzioni di gravidanza su quattro avvengono in condizioni non sicure. Questi rischi sono legati alle leggi. Nei paesi in cui l’aborto non è reato il tasso di interruzioni non sicure è del 10 per cento, ma supera il 25 per cento dove è vietato. Più di tre quarti dei paesi prevedono sanzioni per l’aborto, tra cui il Brasile e altri stati latinoamericani.

Negli ultimi anni, però, la situazione ha cominciato a cambiare. Nel 2017 solo il 3 per cento dei latinoamericani viveva in luoghi in cui l’aborto era legale o depenalizzato. Nel 2022 la percentuale è passata al 37 per cento, e oggi include Cuba, Guyana, Guyana francese, Puerto Rico, Uruguay, Argentina, Colombia e alcuni stati del Messico. Nel 2020 l’Argentina ha regolamentato l’accesso sicuro all’interruzione di gravidanza negli ospedali pubblici. Secondo il ministero della salute il numero di decessi causati da pratiche abortive è diminuito del 40 per cento dal 2021. Il problema è che la mentalità cambia più lentamente delle leggi, e le argentine continuano a incontrare ostacoli, tra l’ostilità dei medici, le obiezioni di coscienza, le lunghe attese e gli attacchi degli attivisti “pro-vita”.

In ogni caso il passo avanti è stato notevole, grazie a una società civile organizzata che ha saputo stimolare il dibattito. In Brasile, purtroppo, l’aborto resta un tabù. Nemmeno le forze politiche progressiste osano affrontarlo nell’ottica della salute pubblica, per paura di perdere le elezioni. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati