◆ Una centrale solare galleggiante potrebbe soddisfare gran parte del fabbisogno energetico dello Zimbabwe. Il paese africano sta affrontando un periodo difficile a causa della siccità: la centrale idroelettrica del lago Kariba, sul fiume Zambesi, non fornisce più l’energia necessaria perché il livello dell’acqua è troppo basso. Si sono quindi moltiplicati i blackout, che possono durare fino a dodici ore al giorno. Secondo Science, le carenze di acqua si aggraveranno nei prossimi anni, e non solo in Zimbabwe. Entro il 2030 costruire nuove centrali idroelettriche sarà poco conveniente in gran parte dell’Africa. Potrebbero essere quindi le centrali solari a fornire l’energia necessaria. La Cina, scrive Bloomberg, ha proposto ad Harare la costruzione di un impianto fotovoltaico galleggiante da mille megawatt, sempre sul lago Kariba, per un valore di quasi un miliardo di dollari. Il progetto prevede la posa di 146 moduli, per un totale di 1,8 milioni di pannelli.

In Asia ci sono già varie centrali solari galleggianti, mentre l’Europa è più indietro. All’avanguardia ci sono però i Paesi Bassi, scrive Euronews, che hanno installato i pannelli su laghi artificiali, discariche, parcheggi e tetti di case, fabbriche e stazioni ferroviarie. Altri si trovano sui tetti delle serre. Uno dei principali impianti galleggianti d’Europa è stato inaugurato l’anno scorso sulla diga Alqueva, in Portogallo. La diga, costruita per servire una centrale idroelettrica, era già collegata alla rete di distribuzione.

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Questo articolo è uscito sul numero 1505 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati