La polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea Al Aqsa a Gerusalemme all’alba del 5 aprile con il pretesto di sgomberare un gruppo di “agitatori” e si è scontrata con i fedeli musulmani. Più di 350 palestinesi sono stati arrestati. In seguito alcuni miliziani della Striscia di Gaza hanno sparato nove razzi verso Israele. In risposta l’esercito israeliano ha condotto raid aerei sul territorio palestinese. Questa ondata di violenza avviene in un momento particolarmente delicato, in cui il Ramadan, mese sacro per i musulmani, coincide con la festività ebraica di Pesach, commenta Al Jazeera.
Il 2 aprile il governo israeliano ha approvato la formazione di una guardia nazionale agli ordini del ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che l’ha pretesa in cambio del consenso alla sospensione della riforma della giustizia, decisa dal premier Benjamin Netanyahu il 27 marzo. Un comunicato dell’ufficio del ministro ha chiarito che la guardia nazionale sarà composta da 1.800 persone e si occuperà di “scenari d’urgenza, crimini nazionalisti, terrorismo e rafforzamento della sovranità” d’Israele. Altri dettagli saranno decisi nei prossimi due mesi da un comitato formato da funzionari delle agenzie di sicurezza, per stabilire se la guardia nazionale prenderà ordini dalla polizia o da Ben Gvir.

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Questo articolo è uscito sul numero 1506 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati