Leila non sopporta più di vedere i suoi fratelli disoccupati. Nel centro commerciale di lusso dove lavora, trova un locale dove avviare un’attività, ma c’è bisogno di una notevole somma di denaro per acquistarlo. Così studia vari piani per rimediare i soldi. Non l’aiuta di certo il padre, vecchio e malato, in cerca di riscatto sociale. Roustayi non fa sconti ai suoi personaggi e li inchioda con crudeltà alla loro mediocrità, all’ossessione del profitto. Il regista descrive un paese, l’Iran di oggi, dove crisi economica e corruzione spingono le persone comuni a non rispettare più nessuna morale.
Olivier De Bruyn, Les Echos

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Questo articolo è uscito sul numero 1506 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati