Foto di Natalia Kolesnikova, Afp/Getty

Il 17 aprile, al termine di un processo a porte chiuse, il giornalista e attivista politico Vladimir Kara-Murza (nella foto) è stato condannato a 25 anni di carcere, la pena più grave mai inflitta a un dissidente in Russia. Kara-Murza, 41 anni, è stato giudicato colpevole di tradimento, diffusione di notizie false sulle forze armate e legami con un’organizzazione “indesiderabile”. Le accuse si riferiscono soprattutto ai discorsi che aveva pronunciato all’estero, in cui aveva denunciato i crimini commessi dall’esercito russo in Ucraina. Kara-Murza è il vicepresidente della fondazione Open Russia, creata da Michael Khodorkovskij e illegale in Russia, ed ex collaboratore del politico di opposizione Boris Nemtsov, assassinato nel 2015. Era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale nell’aprile 2022, poco dopo essere rientrato nel paese dopo anni di esilio all’estero. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati