Nel 2023 gli Stati Uniti potrebbero autorizzare l’uso dell’ecstasy (Mdma) per la cura del disturbo da stress post-traumatico (ptsd). I risultati della sperimentazione clinica sono molto promettenti, dice Rick Doblin, fondatore dell’organizzazione non profit Multidisciplinary association for psychedelic studies. Nel gruppo di pazienti sottoposti a psicoterapia a cui era somministrato anche lo stupefacente la probabilità di riprendersi raddoppiava rispetto al gruppo di controllo che riceveva il placebo. L’Australia ha già approvato l’uso dell’ecstasy, oltre a quello della psilocibina, per scopi terapeutici. Se lo facesse anche l’Fda, l’agenzia del farmaco statunitense, sarebbe una vera svolta per le sostanze psichedeliche, finora poco studiate nei loro effetti terapeutici. Bisognerebbe però mettere a punto dei protocolli dettagliati per la somministrazione, scrive Nature, in modo da evitare il più possibile i rischi.

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Questo articolo è uscito sul numero 1509 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati