Manipur, 9 maggio 2023 (Arun Sankar, Afp/Getty)

Le violenze scoppiate nel Manipur, uno stato dell’India nordorientale, hanno causato almeno 60 morti e 23mila sfollati. In passato la regione era già stata teatro di conflitti tra diversi gruppi etnici. Le violenze sono cominciate quando un corteo di protesta organizzato dalla comunità kuki, a maggioranza cristiana, a cui appartiene il 40 per cento della popolazione, si è scontrato con un gruppo di meitei, a maggioranza indù, che formano metà della popolazione dello stato. La manifestazione, scrive The Hindu, era diretta contro la richiesta dei meitei di essere riconosciuti come gruppo tribale al pari dei kuki. Il riconoscimento, infatti, metterebbe le due comunità sullo stesso piano, garantendo ai meitei le stesse tutele riconosciute ai kuki, come le quote di accesso a scuola e gli impieghi nella pubblica amministrazione. Le autorità hanno bloccato internet in vari distretti e schierato l’esercito.

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Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati