Nonostante i suoi comportamenti inquietanti e i suoi problemi con la giustizia, Ezra Miller è il protagonista di una produzione da 190 milioni di dollari. Sarebbe stato interessante se avesse portato un po’ del suo caos nel nuovo film di supereroi del Dc Extended Universe, The Flash, in cui interpreta l’eroe superveloce parte della Justice League e il suo doppio umano, Barry Allen, che cerca disperatamente di scagionare il padre dalla ingiusta accusa di aver ucciso la madre. Ma a parte qualche tocco simpatico, la performance non particolarmente originale di Miller si perde nell’inevitabile apocalisse finale di effetti speciali. Nel tentativo di salvare il padre, Flash finisce in una dimensione parallela e lì s’imbatte nel sé alternativo, con cui innesca una routine estenuante. E non è tutto. Il perfido kryptoniano Zod (Michael Shannon) minaccia la Terra e tocca ai due Flash andare a ripescare un Batman più anziano e solitario (Michael Keaton) per salvare il mondo, insieme ad altri eroi sorprendenti. Ci sono momenti divertenti, come quando (attenzione, piccolo spoiler) Flash scopre che, nella realtà alternativa, in Ritorno al futuro Eric Stoltz non è stato sostituito da Michael J. Fox. Ci sono spettacolari e surreali interazioni tra supereroi. Ma il film non propone niente di davvero nuovo. Per intenderci, a costo di toccare nervi scoperti, niente a che vedere con gli esperimenti animati dell’ultimo film di Spider-Man. Peter Bradshaw, The Guardian

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1516 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati