Caleb Azumah Nelson (Ejatu Shaw, Guardian/eyevine/Contrasto)

La mascolinità nera, le rivolte razziali, la disuguaglianza, gli immigrati africani di seconda generazione, la storia contorta del jazz e del blues. Ma al di là di tutti questi temi, Caleb Azumah Nelson ha in mente una cosa sola: l’amore nelle sue forme più dolci. E non può fare a meno d’infondere nella sua scrittura l’ottimismo solare e inebriante della prima cotta, del primo bacio, della prima vacanza estiva dopo l’ultimo giorno di scuola. Ed è proprio in questo momento che incontriamo Stephen e Del. Migliori amici fin da quando erano un bambino e una bambina nella comunità ghaneana del sudest di Londra, la loro vicinanza si è intensificata quando gli ormoni adolescenziali e l’amore per il jazz – lui con la sua tromba, lei con il suo contrabbasso – hanno preso il sopravvento sui loro sensi. Ora, sull’orlo dell’età adulta, si aggrappano ai loro “piccoli mondi”, “spazi che possono creare per sentirsi liberi”: una festa, una camera da letto, un caffè o la sensazione provata da due persone che stanno per baciarsi sulla soglia di casa, nella quiete dell’alba. Crescono con la città sullo sfondo (tentacolare, puzzolente e rumorosa), con la musica e con la cultura urbana (come quella nera), la loro è la storia d’amore moderna per eccellenza e noi la osserviamo dall’interno. I personaggi di Azumah Nelson sono intelligenti e la sua prosa poetica, elastica e brillante ha un’energia edificante, anche quando scrive del dolore della solitudine. Ci sono capitoli duri sulle rivolte razziali di Londra, sulla povertà, sul crimine e sul lutto. Sull’Africa contemporanea, sulla migrazione globale e sulla perdita della fede. Parole e frasi ripetute formano un coro insistente. Ma alla base di tutto c’è un senso di meraviglia e di gioia per i doni che il mondo può offrire. E soprattutto il romanzo celebra l’amore tra una madre e un figlio. Mentre Stephen fatica a legarsi emotivamente al padre ghaneano, lui e la mamma condividono un legame totale. Tutti gli amori di Stephen – per Del, per la zia, per il figlio del fratello, per i compagni, per la musica – nascono da questo primo amore. Azumah Nelson è una voce spudoratamente intelligente, spirituale, arrabbiata e amorevole.
Melissa Katsoulis, The Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati