Insieme da più di trent’anni, i Clientele sono ancora solidi, mentre la loro musica resta leggera, melodica e malinconica. Assimilabili a quello che viene definito pop da camera, il cantante Alasdair Mac­Lean, il bassista James Hornsey e il batterista Mark Keen ormai sanno quello che gli piace fare e godono di una piccola ma devota nicchia di fan. Nonostante questo, con I am not there anymore hanno aumentato la posta in gioco. La rivelazione è stata di MacLean: “Abbiamo comprato un computer”. La scoperta tardiva di questa tecnologia ha aperto nuove possibilità e ha reso il loro suono più ricco; ecco perché questo decimo album è così ambizioso e seducente. Con 19 tracce, ha l’equilibrio e la struttura di un’opera rock degli anni sessanta, ma i toni sono gentili e nostalgici. Mac­Lean ha dichiarato che è un lavoro incentrato sull’infanzia; i ricordi di cui scrive fluttuano liberi. Quest’atmosfera è rafforzata dall’uso funzionale di parti spoken word e da brevi momenti strumentali. Come molte band longeve, i Clientele sanno bene cosa stanno facendo. I am not there anymore è un mondo autonomo, con un’identità musicale ben definita, e probabilmente è anche l’opera migliore del gruppo londinese.
Tom Bolton, The Quietus

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Questo articolo è uscito sul numero 1526 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati