Ariel Dorfman (Jeff Vespa, WireImage/Getty)

Uno strano e misterioso personaggio, Joseph Hortha, magnate di Wall street, vuole aprire un museo negli Stati Uniti dedicato a suicidi famosi, e vuole che l’ultima sala sia dedicata a Salvador Allende. Ma prima è necessario stabilire se si è davvero suicidato o se sia stato ucciso. Hortha affida il compito d’indagare sui fatti allo stesso Ariel Dorfman, che diventa un personaggio nel suo stesso romanzo. L’autore ci racconta la sua storia e allo stesso tempo la storia del Cile negli anni turbolenti in cui Allende trionfò finalmente alla guida di Unidad popular; e, nel mezzo, i dibattiti tesi e aspri tra i giovani quando bisognava scegliere tra lottare nelle campagne elettorali e aderire alla lotta armata. Oggi sappiamo che Allende si è davvero suicidato, come è stato provato da studi forensi, contrariamente alla versione diffusa dal discorso di Fidel Castro all’Avana il 28 settembre 1973, in cui sosteneva che il presidente fosse morto combattendo con il fucile che lui stesso gli aveva regalato. Per la sinistra rivoluzionaria si trattava di una questione ontologica: morte in combattimento o suicidio. E il suicidio non era eroico. Ma questa verità rimane al di fuori del romanzo, che ha bisogno di dubbi, perché la sua dinamica dipende dalle indagini che Ariel deve fare per conto di Hortha. È un thriller che ci permette di conoscere i retroscena del colpo di stato e ci introduce ai retroscena della vita di Allende, al dramma della sua caduta e alla tragedia che ne consegue. È anche un’elegia della figura di Allende come eroe morale di una generazione, il medico umanista diventato politico, convinto che il socialismo nel suo paese fosse realizzabile attraverso gli strumenti democratici all’interno della costituzione. Un ideale che, come abbiamo visto, i falchi dell’amministrazione Nixon, guidati dal dottor Kissinger, erano ben lungi dal condividere, così come non lo condividevano né Pinochet né i vertici militari del Cile né la destra, che incitò apertamente al colpo di stato. Il lettore sale e scende diversi piani, entrando e uscendo dai vari scenari: storia patriottica, autobiografia, testimonianza, cronaca, resoconto giornalistico, storia poliziesca. Un dispositivo dell’immaginazione per comprendere gli avvenimenti della storia e imparare a leggere la realtà attraverso la finzione. Sergio Ramírez, El País

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Questo articolo è uscito sul numero 1531 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati