Secondo la tradizione, lo strumento a corda noto come rudra veena fu creato da Shiva quando guardò sua moglie Parvati addormentata con il braccio sul seno. Incantato dalla vista, il dio decise di creare uno strumento che avesse la sua forma: due casse armoniche collegate da un bastone cavo. È uno degli strumenti più antichi della musica classica indostana (nord dell’India) e occupa un posto speciale nella tradizione dell’Asia meridionale. Il rudra veena non è stato il primo incontro che Madhuvanti Pal, liutaia, insegnante ed ex modella di Calcutta, ha avuto con la musica. Ha cominciato a cantare khyal, uno dei generi più diffusi di musica classica indiana, in tenera età. Ma il suo primo guru, un maschio, la costringeva a fare esercizi dannosi per potenziarne la voce. “Era misogino”, ammette. Così si è dedicata al violino. In seguito, alla ricerca di nuove sfide, si è rivolta alla rudra veena. “Mi ha fatto capire chi sono veramente”, spiega, aggiungendo che così è diventata femminista. Suonare la veena è il suo modo di combattere il maschilismo nella musica classica indiana. Non aveva intenzione di pubblicare un album. È stato uno dei suoi studenti stranieri, Richard, a convincerla. Scherzando, ha detto che l’avrebbe fatto se Richard avesse trovato un’etichetta disposta a pubblicarlo. E lui ha contattato la statunitense Sublime Frequencies. Con spirito fai da te, Madhuvanti Pal ha registrato l’album da sola, in casa.
Michal Wieczorek,
Bandcamp Daily

Madhuvanti Pal (Sublime Frequencies)

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Questo articolo è uscito sul numero 1545 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati