Da qualche anno Tierra Whack è considerata una sperimentatrice, la Missy Elliott della sua generazione grazie a Whack world, quel debutto del 2018 che durava solo quindici minuti. Tuttavia è con l’ultimo disco che la rapper di Filadelfia dimostra la sua evoluzione, immergendosi in generi diversi. I primi brani di World wide Whack fanno pensare ai suoi lavori precedenti ma anche quando si guarda indietro la musicista cerca sempre di far librare la sperimentazione. Inoltre sembra che non abbia intenzione di tenersi dentro nulla, cosa che diventa più evidente nella sezione centrale dell’album, dove i testi e la musica si fanno più oscuri per condurci nella psiche di Whack. Un esempio è 27 club, una ninna nanna catartica che ricorda qual è l’obiettivo: creare un disco vulnerabile che possa ospitare sentimenti conflittuali. Nella discografia di questa artista abbiamo visto vari colori ma l’onestà di World- wide Whack lo rende il suo lavoro più coraggioso. In questa musica sembra essersi persa e ritrovata lei stessa.
Lily Blakeney-Edwards, Clash

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Questo articolo è uscito sul numero 1558 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati