“È la fine del processo di pace nella Repubblica Democratica del Congo?”, si chiede The East African, commentando le parole del presidente ruandese Paul Kagame, secondo cui il processo di Luanda – il dialogo mediato dall’Angola e sostenuto dall’Unione africana per risolvere la crisi nell’est della Rdc – è fallito. “Ruanda e Rdc avevano già accettato un meccanismo per ridurre le tensioni, ma i negoziati si sono bloccati per la mancanza di fiducia tra le parti” e il rifiuto del presidente congolese Félix Tshisekedi di dialogare con i ribelli del movimento M23, accusati di essere dei terroristi sostenuti dal Ruanda. Nel frattempo sono scoppiate nuove violenze. Il 21 gennaio l’M23 ha conquistato Minova, un importante centro di rifornimento sulla strada verso Goma, il capoluogo del Nord Kivu. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), dall’inizio del 2025 più di 230mila persone hanno dovuto abbandonare le loro case nell’est della Rdc per sfuggire a combattimenti e violenze. Secondo il governo congolese, nel 2024 gli attacchi dei ribelli hanno causato 650 morti tra i civili. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1598 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati