Jesse Eisenberg si tuffa nel disordine ostinato della vita con un’esplorazione finemente calibrata, malinconica e a tratti divertente sul senso di perdita e di appartenenza. Nel film che ha scritto e diretto interpreta David, un ragazzo ordinario e irrequieto che è partito con il suo complicato cugino Benji (Culkin) per un cosiddetto heritage tour in Polonia, nella casa dove è cresciuta la loro nonna, sopravvissuta all’Olocausto. Il loro viaggio si dimostra emotivamente molto denso e risulta un lamento penetrante e tragicomico della diaspora ebraica.
Manohla Dargis, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati